Due brevi commedie pensate per i ragazzi. Un omaggio al pubblico attraverso un canale diverso dal solito, ovvero quello della televisione. Si parla ai giovani con un mezzo giovane. Nascono così le due pièce La nona e la scöla e Ul teatar al’uratori.
Erano due pezzi brevi, scritti per la televisione. Per noi attori si trattava di copioni facili se paragonati alle commedie in più atti che ci vedevano tenere il palco per ore. Un’oretta soltanto. Ne Ul teatar al’uratori, Miglieta voleva la parte della Madonna nella recita di Natale, e così anche Firmina, ma Palmira la voleva assegnata a sua figlia Mafalda. Ecco allora che ne nasce una bagarre! Insomma tra liti e battibecchi finisce che a Miglieta e a Firmina tocca di fare le prove come bue e asinello e allora tra le due donne il litigio continua, perché nessuna delle due voleva fare la parte dell’asino. Per farla breve Silini, che interpretava Firmina, nella concitazione del litigio mi dà una sederata. E che sederata! Me la ricordo ancora. Preso dall’impeto della recitazione me la assestò proprio bene!
Germano Porta